A thousand words

Migliaia di parole mi circondano, tecniche, poetiche, parole di ogni giorno, storiche, neologismi, letterarie, come di fronte a degli scaffali cerco quella giusta per spiegare quello che sento. E non è mai abbastanza giusta. Scrivo, per fare programmi, per chiarire una visione un personaggio, un cammino da seguire.

In primis io scrivo per me e la mia famiglia. Per lavoro, sempre per far divenire reale un sogno.

E’ dura trovare la parola giusta, il più delle volte è scappata via veloce lasciandomi a nominare la sua forma vuota. Il che non è lo stesso.

Avevo quattordici anni quando il mio maestro di scuola mi svelò le tante maniere diverse che Omero usava per chiamare le cose e le persone a seconda della situazione. Questo mi ha dato il coraggio di affrontare la vita sapendo che era mio compito trovare il nome alle cose.

Eccomi, io scrivo per conoscere il mondo.

 

Thousand words surround me, technical, poetical, everyday words, historical, neologies, literary, as facing shelves I look for the right one to explain what I feel. And it’s never enough right.

I do write, making programs, defining a vision, a character, a path to fallow.

I write for me and my family first. For work, always to make a dream ‘come true.

It’s hard to find the proper word, most of the times it has run away fast leaving me to name its empty form. Which is not the same.

I was a teen when my school teacher showed me Homer’s different way to call things and people depending on the situation. It gave me courage to face life knowing that it was up to me naming it.

Here I am, I do write to know the world.

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